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lunedì 13 aprile 2020

Le gare ripartiranno a cronometro....

Diverse gare podistiche ripartiranno a cronometro? L'opinione di Orlando Pizzolato

 di Redazione Perugia24.net
Fonte: Antonello Menconi
Foto
Pubblichiamo un intervento dell'ex maratoneta Orlando Pizzolato su una visione personale di come potranno cambiare le gare podistiche dopo il coronavirus. "Chissà come sarà quando si tornerà a partecipare alle gare. Di certo sarà emozionante ripetere i rituali pre gara, anche se si dovranno rispettare le distanze di sicurezza; quindi, niente strette di mano ed abbracci. Ma come ci metteremo sulla linea di partenza? Non potremo stare molti vicini, né di lato e neppure alle spalle. E' quindi conveniente non fare più le gare di gruppo? Allora prenderemo in considerazione di fare le gare a cronometro, con un partecipante che prenderà il via ogni 10”? Oppure, si faranno le stesse gare molto di voga in Giappone, le cosiddette “ekiden”? Partendo scaglionati, suddivisi per squadre con i partecipanti che si daranno un cambio senza contatto, come nel nuoto?
Se così fosse, non ci saranno più le mega partecipazioni. Immagino la maratona di NY che si svolgerà con tantissime wave, composte da appena un migliaio di maratoneti. Forse, come si ipotizzava qualche anno fa, la maratona potrebbe essere “splittata” con una parte il sabato e una la domenica.
Chissà come sarà davvero? Gli organizzatori devono considerare gli esiti di una recente ricerca olandese, pubblicata proprio ieri, nella quale si è evidenziato che la distanza di sicurezza dei podisti non può essere di un solo metro ma di 10 metri (20 per i ciclisti) perché la respirazione affannata di un corridore sotto sforzo determina il rilascio di particelle che rimangono indietro nell'aria. La persona che corre dietro di te nel cosiddetto “slip-stream” (risucchio) attraversa questa nuvola di goccioline. I ricercatori sono giunti a questa conclusione simulando la presenza di particelle di saliva di persone durante la corsa (e il pedalare) da posizioni diverse (di fianco, in diagonale e direttamente una dietro l'altra). Di solito questo tipo di valutazione viene utilizzato per migliorare il livello di prestazione degli atleti, allorquando si consiglia ai corridori di rimanere in flusso d'aria perché molto efficace. Si pensi alla strategia utilizzata in occasione dell'esibizione di Kipchoge a Vienna per scendere sotto le 2 ore in maratona. Quindi, se si dovesse superare un concorrente in una gara post lockdown, bisognerebbe spostarsi ben di lato - un paio di metri - come se si fosse in un'altra corsia? Insomma, tornare a gareggiare non sarà così semplice e specializzarsi a fare le corse a cronometro potrebbe essere essenziale".

mercoledì 8 aprile 2020


Ciao Donato....

Questa mattina è scomparso un altro grande della storia dell'Atletica leggera Italiana e internazionale.
Donato Sabia  finalista Olimpico negli 800 metri di Los Angeles, e Seul. Vanta la terza prestazione italiana di sempre con 1'43"88. E' stato anche campione europeo indoor a Goteborg 1984.
Donato era ricoverato all'ospedale di Potenza   paese nativo e dove risiedeva,  dopo la perdita del caro papà pochi giorni fa  anche lui era stato contagiato da questo maledetto Virus, e questa mattina all'età di 56 anni il suo ultimo respiro.

venerdì 3 aprile 2020



No si può ingannare se stessi ...


Da atleta in periodi migliori vivevo lo sport in un altra dimensione..
Oggi  da presidente e trainer mi accorgo dei molti cambiamenti culturali che attanagliano lo sport,
Se un allenatore richiama un atleta oppure una squadra al dovere prima di una competizione, può fare ciò che vuole , perchè alla fine  lo sportivo trova sempre della scuse.
Questo vale anche per la vita quotidiana raccontando frottole.
Per non imbrogliare voi stessi che sarebbe un bene,  fate in modo di essere onesti con gli altri.
Se per esempio credete di dovervi convincere del perchè continuate a praticare un attività sia sportiva che lavorativa  che non vi piace, questa   è una vostra decisione.
Ma se per la vostra esistenza deve cambiare qualcosa, dovete essere voi a cambiarlo. 
Ci sono delle frasi tipiche dei perdenti,  quelle frasi sono precedute sempre da un Ma!
< Ma per ora non se ne parla >,  <Ma sono stressato non ne avevo voglia>. E tante altre...
Un vincitore deve sempre dire la verità  a se stesso e a gli altri, altrimenti si prenderà la via dell'insuccesso.
A tal proposito voglio riportare alcune frasi di   Steffen Kirchner .un giovane management  sportivo.

Spesso il talento e l'attitudine vengono sopravvalutati  i fattori indispensabili per il successo sono l'impegno e il lavoro.
Se non trattate gli altri con il massimo rispetto e con onestà, prima o poi ne farete le spese.
Se trasformate gli altri in vincitori sarete automaticamente vincitori a vostra volta.
Incoraggiate e arricchite la vita degli altri.

Mistercamp

giovedì 2 aprile 2020



In Un momento come questo proteggetevi dalla Negatività...


Se oggi accendiamo la TV  vediamo soprattutto immagini che parlano di guerre,scontri,omicidi,suicidi,catastrofi, altrettanto dicasi per la Radio. Le informazioni sono importanti ma non dobbiamo lasciarci bombardare sopratutto dalle Fakenews,
 I media ci tempestano di storie terrificanti perchè per loro è il modo migliore per fare audience. Quindi come possiamo essere positivi se già prima di mezzogiorno siamo devastati da pensieri negativi da TV,Radio e giornali. 
immaginate come potrebbe cambiare l'atmosfera della nostra vita della società se ascoltassimo il 90% di notizie positive. Circondiamoci di persone positive e argomenti positivi. 
Per rimanere nel clima critico  di oggi  un proverbio cinese dice:
 (Fai attenzione ai tuoi pensieri!   Sono l' inizio delle tue azioni).

Mistercamp

mercoledì 1 aprile 2020


Nuovo contrordine: jogging espressamente CONSENTITO (sotto casa)





“È da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione. L’attività motoria generalmente consentita non va intesa come equivalente all’attività sportiva (jogging)”.

Nel ricordare che non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto e accedere ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici, la circolare evidenzia che l’attività motoria generalmente consentita non va intesa soltanto come equivalente all’attività sportiva (jogging). L’art. 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo scorso, infatti, tiene distinte le due ipotesi, potendosi far ricomprendere nella prima il camminare in prossimità dell’abitazione.
Gli spostamenti nei pressi della propria abitazione sono giustificati anche da esigenze di accompagnamento di anziani o inabili da parte di persone che ne curano l’assistenza, purché riconducibili a motivazioni di necessità o di salute.
In ogni caso, tutti gli spostamenti sono soggetti al divieto generale di assembramento e al rispetto della distanza di sicurezza minima di un metro da ogni altra persona.

venerdì 27 marzo 2020

Dipendenza da sport






Dipendenza da sport

Il famoso motto latino “Mens sana in corpore sano”, ci ricorda come, fin dai tempi antichi, la cura del corpo fosse considerata strettamente connessa al benessere psicologico. Il corpo e la mente, il fisico e la psiche, erano considerate incatenate l’uno all’altra in modo da potersi influenzare a vicenda, nel bene e nel male. La maggior parte di noi, hanno esperienza del fatto che un malessere fisico può incidere sul nostro umore, o che una certa instabilità psicologica, può ripercuotersi sul nostro fisico. Oggi giorno, fare attività fisica, permette di mantenerci sani e in forma, alleviando dolori e stress quotidiani. Sempre più conosciuto e promosso come metodo naturale di supporto alla salute, sia in termini di prevenzione che di intervento per ridurre numerose problematiche fisiche, psicologiche e sociali, lo sport può anche diventare un’ossessione dannosa per la salute stessa, chiamata “dipendenza dallo sport”, trasformando un’attività sana in un’attività dannosa per la salute stessa, con sintomi di astinenza fisica.
La dipendenza da sport, ovvero l’exercise addiction, può essere definita come una dipendenza psicologica e/o fisiologica da un programma di esercizio fisico e si caratterizza per la comparsa di sintomi d’astinenza dopo 24-36 h di mancata pratica dell’attività sportiva. Ci si riferisce ad una condizione in cui esistono dei sintomi simili a quelli presenti in altri tipi di dipendenze.
Dipendenza da sport – Ricerche e studi
La dipendenza da esercizio fisico ha caratteristiche simili alle altre dipendenze da comportamento. Il primo passo per capire il problema è considerare le motivazioni che spingono la persona ad una pratica sportiva eccessiva. Alcuni studiosi, sono riusciti ad individuare delle categorie di “maniaci sportivi”, cioè persone che si rapportano in modo non equilibrato all’attività sportiva. Tali categorie sono:
  • “sani nevrotici”, ossia coloro che traggono un positivo miglioramento dalla pratica sportiva, accompagnata da un senso di benessere, di realizzazione e di successo.
  • “sportivi compulsivi”, in cui l’attività fisica è un modo come un altro per sostenere una precisa routine che conferisce un senso di controllo e di superiorità morale, lenisce uno stato di malessere che la persona prova al di fuori dell’attività fisica oppure, al contrario, può rappresentare l’unico momento della giornata in cui ci si sente vivi e attivi, in contrasto con un’esistenza che appare vuota e priva di significato.
  • “dipendenti dallo sport”, in cui l’attività fisica ha una funzione di regolatore dell’umore e di uno squilibrio interno e in cui essa finisce per dominare in modo crescente l’intera vita.
È solo con quest’ultima condizione che si può parlare di “dipendenza sportiva” definita primaria se ritenuta indipendente da altre patologie, oppure secondaria, quando è associata a sintomi di sottostanti disturbi alimentari, in cui l’esercizio fisico gioca un ruolo fondamentale nel tentativo di controllo del peso e dell’immagine corporea. È probabile incontrare persone affette da anoressia o bulimia che presentano una dipendenza da sport, come patologia secondaria o una tendenza compulsiva a praticare attività fisica.
Dipendenza da sport – Conseguenze
Recenti studi hanno consentito di individuare le caratteristiche psicologiche principali che connotano la dipendenza dallo sport. Il desiderio persistente e tentativo infruttuoso di controllare o ridurre l’attività fisica praticata; disagio fisico o psicologico in relazione alla riduzione o cessazione delle abitudini di allenamento, sono alcune delle 4 dimensioni generali della dipendenza dallo sport. Per poter sostenere che si è in presenza di questa sindrome, non è necessaria la presenza di tutti i sintomi. Alcune caratteristiche associate, infatti, rappresentano tratti indicativi non sempre attivi in tutti i dipendenti dallo sport, con un funzionamento alterato in almeno due aree tra la seguenti:
  • Psicologico, dov’è presente l’incapacità a concentrarsi su un’attività, a causa del pensiero ricorrente all’esercizio fisico
  • Sociale o lavorativo, si intende tutti i problemi di tipo sociale, familiare o lavorativo che sono connessi alla pratica sportiva.
  • Fisico, ciò ulteriori sforzi dovuti al sovrallenamento o allenamento nonostante infortuni o parere medico contrario.
  • Comportamentale, dove si verifica un comportamento sportivo inflessibile, stereotipato o mirato all’auto-punizione.
Ci sono delle caratteristiche psicologiche e comportamentali tipiche dei soggetti dipendenti da sport che possono essere riconducibili a tutte le dipendenze in generale, quali:
  • Tolleranza, ovvero aumentare gradualmente la quantità di esercizi svolti
  • Eccesso di attività fisica
  • Allenamento solitario
  • Inganno, legato al mentire in merito all’attività fisica
  • Motivazioni ossessive che guidano l’attività sportiva quali: prestazione, controllo umore, controllo sonno, autostima, controllo peso, controllo immagine corporea
  • Presenza di disturbi alimentari (anoressia, bulimia) o di comportamenti di controllo alimentare (diete e assunzione integratori)
Praticare con regolarità un’attività fisica ha importanti e positive ripercussioni sulla salute fisica e psicologica del soggetto; in questo caso colui che pratica sport considera il medesimo come una parte importante dei propri interessi quotidiani, unitamente ad altri aspetti quali famiglia, amici e lavoro.
Fonte....siipac.it/

lunedì 23 marzo 2020

Coronavirus: i rischi delle attività di corsa intensa. ....

Di: Monica Freguglia
Gare e allenamenti intensi possono indebolire le difese immunitarie, in parte dirottate a riparare i danni muscolari causati dall’esercizio fisico. In attesa di poter riprendere l’attività, ci concediamo una riflessione medica con due studiosi: cosa ci insegna la vicenda del runner contaminato di Codogno? Ce lo spiegano gli esperti di fisiologia e nutrizione sportiva Giuseppe D’Antona e Massimo Negro.
Nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte ha comunicato il blocco totale di tutte le attività non essenziali, la bella notizia è la progressiva ripresa del cosiddetto “paziente 1”. Mattia, il runner di Codogno, il primo positivo al coronavirus in Italia, respira in modo autonomo e ha anche cominciato a parlare.
La domanda che in tanti si sono posti in questo periodo è come mai un giovane uomo di 38 anni, sano e sportivo, possa essere stato colpito così duramente da un virus come il Covid-19 tanto da rischiare seriamente la vita.
Lo sport non dovrebbe essere un fattore protettivo?
In linea generale un corretto stile di vita abbinato a un’attività fisica regolare non può che consolidare il nostro sistema immunitario.
Cosa dunque è successo al nostro runner?
È bene considerare che Mattia aveva corso due mezze maratone ravvicinate, il 2 e il 9 febbraio oltre a giocare una partita di calcio la settimana successiva quando molto probabilmente aveva già contratto il virus.
Attività fisica intensa e sistema immunitario
A questo proposito l’ISEI (International Society of Exercise and Immunology) sottolinea come l’attività sportiva intensa e prolungata, soprattutto di endurance, sia in modalità acuta (gare), sia ripetuta (allenamenti), possa in soggetti predisposti “indebolire” il sistema immunitario inducendo l’organismo a contrarre con maggior frequenza patologie di natura infettiva. Al contrario, l’esercizio fisico regolare di moderata entità (esercizio fisico salutistico, fitness) sembra “stimolare” il sistema immunitario, esercitando sull’organismo effetti di tipo protettivo.
Gli effetti dell’esercizio fisico ad elevato carico sul sistema immunitario trovano un ampio approfondimento nel testo di fisiologia “Attività Fisica: fisiologia, adattamenti all’esercizio, prevenzione, sport -terapia e nutrizione” (Poletto Editore, 2019) a cura del dottor Giuseppe D’Antona, direttore del Centro di Medicina dello Sport di Voghera – Università di Pavia, che abbiamo interpellato insieme a uno degli autori del lavoro, il dottor Massimo Negro, specialista in nutrizione sportiva.
I virus e il periodo open window 
“L’intensa attività sportiva è stata correlata a una situazione di ridotta sorveglianza immunologica di durata variabile (da 3 a 72 ore), denominata Open Window, in seguito alla quale virus e batteri avrebbero accesso facilitato nell’organismo – scrive a riguardo Negro -. Alcuni studi epidemiologici sottolineano come in percentuali variabili di atleti partecipanti a competizioni di endurance (35-65%) ci possa essere un aumento dell’incidenza di sintomatologie come febbre e mal di gola nelle due settimane successive all’evento sportivo. La maratona di Londra del 2010, per citare un esempio, ha fatto registrare sintomi nel 50% dei runner”.
Gare impegnative a breve distanza l’una dall’altra
Il motivo “centrale” per cui può essere rischioso in periodi di emergenza epidemica svolgere gare impegnative (in particolare di endurance: running, bici, triathlon) a poca distanza l’una dall’altra, soprattutto se inframezzate da allenamenti quotidiani o bi-giornalieri di elevata intensità o durata, è legato al fatto che a causa di questi sforzi le prime linee di difesa dell’organismo vengono in parte “dirottate” verso un impegno che non è quello della difesa immunologica. Tali linee di difesa vengono, infatti, indirizzate a livello muscolare per la gestione dei meccanismi di contenimento del danno post-esercizio, della modulazione infiammatoria locale e delle fasi iniziali e intermedie del recupero muscolare, fino alla completa riparazione e ricostituzione del tessuto.
«Tutto questo richiede tempo – spiega D’Antona -, almeno fino a 48 ore dopo ogni successiva gara o impegno sportivo, anche di più se il carico è stato particolarmente gravoso. Se in questo lasso di tempo il soggetto si espone a zone di possibile contagio virale e coesistono condizioni cliniche già predisponenti una possibile aggressione microbica (nutrizione inadeguata, infiammazioni croniche, disturbi del sonno, infezioni batteriche in atto, eccetera), il rischio che si possa contrarre un’infezione virale può essere molto alto.» 
«È come dire che pur disponendo di un buon esercito a difesa dell’organismo, parte di questo esercito è costantemente impegnato in altre mansioni e non può essere impiegato a mantenere le prime linee di attacco contro agenti patogeni di varia natura».
Lo sport ai tempi dell’epidemia
Qual è dunque il comportamento da seguire in questo delicato periodo?
«Durante i periodi di emergenza epidemica – concludono Negro e D’Antona -, qualora il legislatore consenta l’attività, il suggerimento è quello di ridurre intensità, durata e frequenza dei propri allenamenti, soprattutto se si avverte maggiore stanchezza e affaticamento mentre è necessario osservare assoluta sospensione dagli allenamenti in presenza di sintomi sistemici come la febbre o che colpiscono distretti, come l’intestino, coinvolti nei meccanismi di difesa immunologia (dolore addominale e diarrea) o a carico delle alte vie aeree (tosse e mal di gola) che possono già essere il segnale di una pregressa infezione».
22. mar, 2020
Cosa ne pensate di questo momento e cosa vi lascierà...
Stiamo vivendo un momento tragico, il più brutto dopo la seconda guerra mondiale, non devastante com'era la guerra, ma critico e pericoloso sotto altri aspetti.
Viviamo in una confusione totale non conosciamo bene la verità  e questa situazione inquietante  ci rende impotenti  nel poter agire e vivere liberamente,  siamo chiusi in casa  con le nostre risorse, chi purtroppo con quasi niente, si fanno molte chiacchiere in TV sui social  con fake news, immagini  tragiche di persone che muoiono quotidianamente e noi non poter far nulla  fermi immobili quasi. Non so cosa ci aspetterà alla fine di questa guerra definita psicologica, batteriologica, Farmacologica, a discapito sempre delle vite umane ma sopratutto Poveri...
Mistercamp